Alle 0530P dopo aver effettuato rifornimento è stato battuto il posto di manovra (a cui partecipa tutto l’equipaggio, ciascuno con un suo compito precipuo) per lasciare Ushuaia e definitivamente l’Argentina e raggiungere Port Williams in territorio cileno. Li giunti dovremo imbarcare quattro ufficiali dell’armata cilena. La loro guida risulterà utilissima per il passaggio dello stretto di Beagle e degli altri passaggi. Alle 0930P si passa all’ora del fuso QUEBEC.
Inizia la navigazione all’ interno di una fitta rete di canali con la nave in assetto particolare della Plancia, della Centrale di Propulsione e della C. di Sicurezza. Turni di guardia “4 e 4″(significa che ci si alterna ogni 4 ore alla conduzione delle varie manovre). Armata anche la timoneria d’emergenza. Siamo in un assetto di massima sicurezza per attraversare in tranquillità acque ristrette e ignote alla “fine del mondo”
Alle 1400Q inizia all’interno del canale la prima di una serie di esercitazioni con delle motosiluranti della Marina cilena.
Note:
Il canale deve il suo nome alla nave HMS Beagle che effettuò ricerche idrografiche nella regione dal 1826 al 1830. La nave sotto il comando del capitano Robert Fitzroy, ospitò a bordo Charles Darwin come appassionato di scienze naturali. Darwin vide per la prima volta i ghiacciai non appena la spedizione raggiunse il canale e il 29 gennaio 1833 appuntò sul proprio diario: “molti ghiacciai del più bel blu berillo creavano un contrasto con la neve”.

Salutiamo l’Argentina definitivamente!

Per chi ha voglia e tempo di leggere:

CHE CI FA’ UN FARO AL CENTRO DI ROMA ?!

E’ un simbolo della “fratellanza italo-argentina”.

Nelle ricorrenze nazionali, potenti fasci di luce tricolori illuminano le notti romane: vengono dal Faro del Gianicolo, eretto nel 1911, in occasione del primo cinquantenario della creazione del Regno d’Italia, grazie ai fondi raccolti dagli emigrati italiani in Argentina.
E’ alto 20 metri e si ispira alle forme dell’arte classica.
Su una base circolare con diametro di dieci metri si innalza una tozza colonna sovrastata da un capitello su cui corre la dedica: “A ROMA CAPITALE GLI ITALIANI D’ARGENTINA. MCMXI”.