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Santa Barbara.
Sale a bordo un ex marinaio residente a Tokio. Si chiama Antonio Cangemi titolare di una catena di ristorazione. Si incontra con alcuni componenti dell’equipaggio in quadrato ufficiali mostrando le foto dei tempi che furono.

CURIOSITA’

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Antonio Cangemi era il capo gamella del “duca degli abruzzi” e conobbe quella che sarebbe diventata sua moglie nel corso della sosta a Tokio durante il giro del mondo effettuato da quella unità. Congedatosi al rientro in patria dovette guadagnarsi con fatica la stima della famiglia della sua amata poiché il ricchissimo e nobile padre lo considerava un cacciatore di dote come tanti altri. Antonio si diede da fare e riuscì in breve tempo, grazie alle sue abilità culinarie, ed alla caparbietà siculo italiota a diventare il proprietario del migliore ristorante occidentale di una Tokyo in fortissima espansione commerciale. Sposò la sua amata ed in casa oggi (allora) esibiva foto dei figli che giocano a tennis con l’imperatore Hiro Hito.
Negli anni ha aperto una catena di ristoranti e supermercati di lusso (75 ml di olio extravergine d’oliva costavano circa 145 mila lire cioè 80/90 dollari!). Inoltre, siccome la legge per le tasse di successione in Giappone prevede l’azzeramento dei patrimoni familiari entro tre generazioni (con una imposizione del 75% del totale ad ogni successione) Antonio ha una pensata geniale: crea una fondazione (Antonio Cangemi’s foundation) cui intesta tutti i beni immobili della famiglia che compone il CDA. Poi compra (sarebbe meglio dire raccatta) antichità un po’ ovunque in Giappone e all’estero e li espone in un ala dei suoi palazzi poiché la legge su quel tipo di fondazioni a scopo culturale prevede che debba esporre i reperti e quindi lasciare le case aperte (nella zona adibita a museo) per almeno sei mesi l’anno.
Il risultato è che la successione porterà via solo il 75 % del contante presente sui suoi conti correnti (?) e in aggiunta pagherà tasse ridottissime sul patrimonio immobiliare (che comprendono ristoranti e supermercati italiani). la fondazione inoltre concede generosissimi stipendi ai membri della famiglia!!!! Quando si dice il GENIO ITALIANO!!!!! (Fonte: l’addetto ICE dell’ambasciata a Tokyo che mi ha raccontato la storia con Antonio presente che annuiva e sogghignava soddisfatto –